Tu puoi ridere sempre


Realizzavo stamattina al termine della mia Sadhana: tu puoi ridere sempre. E già, arrivano i problemi, i dispiaceri, le preoccupazioni; temi tutte queste cose. Poi, in qualche modo, si risolvono sempre. Arriva qualcuno o qualcosa che aggiusta tutto.


E tu che fai ? Non ci pensi più. Resti pronto a gestire i prossimi problemi che si presenteranno. Inizi a progettare, a immaginare, ad architettare. Naturalmente le cose 
raramente vanno come speravi, hanno una loro dinamica, un loro comportamento, una loro vita; a te non resta altro che ritrovarti a soffrire.

Sì perché è automatico il soffrire, è un atto inconsapevole di reazione a quegli eventi che non vuoi accadano. Eppure accadono ! A loro non interessa il tuo progetto, loro vanno per la loro strada. Io non posso intervenire, non ce la faccio ad intervenire, sono cose più grandi di me.

In realtà non è l'evento in sé che mi crea dolore, è il suo effetto su me. E' il modo in cui, in automatico, reagisco a quell'evento. Tutto chiaro ? Sì, è tutto chiaro. Io posso ridere di fronte ad un evento "negativo", nessuno me lo può impedire. E' un mio potere. In fondo ottengo quello che volevo: stare bene, essere felice. Pensaci ....... essere felice sempre e comunque. Non è quello che tutti cerchiamo ? Qual è il problema ?

Onkar Singh Roberto
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Lezione del lasciar andare


Recentemente ero insieme ad un amico per prendere il tè del pomeriggio. Avevo con me il mio bambino. Una delle sue nuove realizzazioni (una tipica azione dei bambini) è quella di lasciar cadere a terra le cose e di attendere che gli vengano riprese e ridate per poi farle cadere di nuovo. Il mio amico commentò che noi dovremmo imparare dai bambini - loro non hanno problemi nel lasciar andare le cose.


Questa è il primo esercizio nel "lasciar andare", perché se noi siamo strettamente aggrappati a qualcosa, come possiamo essere aperti per ricevere ? E' aprendo e lasciando andare che permettiamo a Dio, al Guru, all'Universo, all'Infinito di provvedere per noi, di provvedere con abbondanza. Un bambino non ha alcun dubbio su questo, lui o lei liberamente fanno cadere le cose e sempre si aspettano di riceverne altre. I bambini non sono mai preoccupati di quello che otterranno - semplicemente se lo aspettano e così accade per loro. Forse questo è il perché del detto che i bambini portano con sé la loro propria prosperità.

Se noi ci aggrappiamo fermamente alla convinzione che quello che abbiamo non è abbastanza, come possiamo essere aperti per ricevere di più ? Se manteniamo un modo di gestire le nostre finanze personali che non funziona, come possiamo aspettarci che Dio provveda al meglio per noi ? Per la stessa ragione, quando impariamo a dare, secondo le nostre possibilità, noi stiamo "lasciando andare" e quindi stiamo aprendo la porta al flusso della Prosperità nelle nostre vite. Dobbiamo esaminare cosa è che stiamo trattenendo così ferocemente e imparare la semplice fiducia del bambino. La consapevolezza della Prosperità è un percorso. L'abbandono delle convinzioni che ci impediscono di dare e di ricevere è una tappa del viaggio.

Tratto da Dasvandh; Traduzione di Onkar Singh Roberto
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