Naad Yoga e il Potere Curativo del Suono


Viviamo in un mare di suono. Anche nel silenzio, possiamo sentire il battito del nostro cuore. Quante volte hai usato il suono per sollevarti di morale quando eri triste o stavi male ? Hai cantato una canzone, hai messo un CD, hai chiamato un amico e hai chiacchierato ? Quante volte hai buttato giù te stesso e gli altri con le parole usate nella rabbia e nella frustrazione ? I suoni che emettiamo possono guarire noi stessi e gli altri ? (Per acquistare online i Mantra del Kundalini Yoga clicca qui)


I suoni che sentiamo intorno a noi, influenzano la nostra salute e la nostra vitalità. L'Universo è costituito da vibrazioni e il suono non è solo un potente strumento per mantenere e creare il nostro senso di benessere ma può anche essere usato per curare il corpo, la mente e lo spirito.

Naad significa "l'essenza di tutti i suoni", l'armonia vibrazionale dell'Infinito. Il Naad Yoga si basa sull'esperienza di come le vibrazioni sonore influenzano il corpo, la mente e lo spirito attraverso il movimento della lingua e della bocca, e dei cambiamenti nella chimica del cervello. Quando consapevolmente regoliamo i suoni che emettiamo, attraverso l'utilizzo dei mantra, del respiro e del ritmo, siamo in grado di produrre effetti profondi sulla salute e il benessere. La possibilità che abbiamo di influenzare il nostro sistema immunitario attraverso i nostri pensieri ed emozioni è stato scientificamente documentato. Il Mantra, il ritmo e il respiro utilizzati insieme, possono creare una risposta di guarigione nel sistema immunitario.

La Psiconeuroimmunologia è lo studio della connessione tra la mente e le emozioni, e il sistema endocrino, nervoso e immunitario. Il legame tra questi sistemi del corpo e le nostre sensazioni, pensieri ed emozioni, è il sistema limbico, che è costituito dall'ipotalamo, dalla ghiandola pituitaria e dalla ghiandole pineale. Il suono, il respiro e il ritmo sono intrepretati come un codice dall'ipotalamo. Ci sono 84 punti dei meridiani nel palato superiore. Ogni colpo del respiro e della lingua su questi punti meridiani è come il battito di una bacchetta che rilascia onde di messaggi neuro-chimici per attivare la ghiandola pituitaria. La ghiandola pituitaria comanda  tutte le altre ghiandole, che a loro volta, regolano le nostre funzioni immunitarie e le nostre emozioni.

C'è un legame speciale tra le funzioni superiori della ghiandola pineale e l'uso del respiro. Quando il respiro è molto lento (4 respiri al minuto o meno), l'ipotalamo apre un canale tra la ghiandola pituitaria e la pineale. Questo rilascia una "nettare interiore" o amrit che attiva e accelera l'intero sistema nervoso. Una cascata di vitalità e di guarigione attraversa tutti i livelli della mente e del corpo. Nervi, muscoli e ghiandole sono al massimo delle loro prestazioni.

E' come se il mantra e il respiro fossero i conduttori di una sinfonia e tu sei il compositore. Tu puoi modificare le note della sinfonia e creare accordi di felicità, di tristezza, di vitalità o di calma. Questa capacità è insita nella nostra struttura e non necessita di particolari farmaci o di convinzioni personali. Questo processo di creazione esiste perché ogni nostra molecola è in comunicazione con ogni cellula e ogni pensiero. Il potere del mantra utilizza il suono, il respiro e il ritmo per comandare la mente, il cervello, le emozioni, il corpo e le azioni.

Il Guru Mantra: Guru Guru Wahe Guru, Guru Ram Das Guru

Si tratta di un mantra per l'auto-guarigione, l'umiltà, il rilassamento, la grazia di protezione e il sollievo emotivo. Esso invoca lo spirito di umiltà e la grazia di Guru Ram Das (il quarto Guru dei Sikh). Il Guru Mantra è un Ashtang Mantra. L'Ashtang Mantra è costituito da otto parti. Esso catalizza l'avvio dell'energia kundalini attraverso il proprio sforzo e la dedizione. La prima parte del mantra, Guru Guru Wahe Guru, proietta la mente verso l'Infinito, la sorgente della conoscenza e dell'estasi. La seconda parte, Guru Ram Das Guru, significa "la saggezza che si presenta come un servo dell'Infinito". Questo mantra proietta la mente verso l'infinito e poi porta la guida finita su un livello pratico.

Siedi in posizione facile con la spina dorsale dritta. Le mani possono essere in qualsiasi posizione confortevole (Gyan Mudra, piegate in grembo, sulle ginocchia, ecc.) Chiudi gli occhi e mettili a fuoco nel punto tra le sopracciglia. Recita il Guru Mantra per 5-31 minuti. Prova a completare il mantra con un solo respiro.

Ascolta il Mantra:


Fonte: Guru Tera K. Khalsa da The Aquarian Teacher, pubblicato su Aquarian Times, primavera 2004. Adattamento e traduzione: Onkar Singh Roberto
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Non pratico Yoga per non fare brutte figure


Non è la prima volta che mi capita. Anche oggi ho incontrato una persona che mi ha espresso le sue preoccupazioni: aveva timore di non essere all'altezza di praticare lo Yoga. Timore di non essere al pari degli altri praticanti più esperti. (Per un'ampia raccolta di pubblicazioni sul Kundalini Yoga acquistabili online clicca qui)


Questa paura, questa difficoltà, prende molte persone. Si ha la convinzione che praticare lo Yoga sia un misurarsi con gli altri e perciò ci si autovaluta e ci si immagina in una situazione di disagio. "Chissà cosa penseranno di me .... ", "Ho troppe rigidità e non ce la farò mai a fare certi esercizi".

Aldilà della facile confutazione di tali dubbi (che esporrò più avanti), ciò che mi preme osservare è lo stato psicologico della persona che vorrebbe approcciare lo Yoga e allo stesso tempo mostra delle resistenze. Purtroppo lo Yoga, visto dall'esterno, è spesso assimilato ad una pratica sportiva e ad una non meglio specificata pratica spirituale. Nella nostra cultura occidentale, è facile ragionare per assonanza: pratico Yoga così come potrei praticare la ginnastica o la danza. Pertanto, se mi sento un pò legato fisicamente, avrò difficoltà ad imparare a danzare e potrò incorrere in delle "brutte figure".

Eccoci ! Le "brutte figure" sono il tema centrale. La mia persona, la mia immagine, può venire minata dalla mia presunta incapacità. Quindi, chi me lo fa fare di correre certi rischi.

Yogicamente, ciò si spiega con l'ennesimo tentativo dell'Ego di perpetuare sè stesso. Faccio solo quello che mi permette di affermare me stesso, di vincere, di dominare. Non voglio essere un perdente. In questa cultura dominante dell'autoaffermazione, chi perde è un fallito.

In sostanza si teme la realtà di come si è. Perchè la realtà di come si è, non è bella, non è vincente.

Eppure, proprio la pratica dello Yoga, consente di imparare ad accettarsi per quello che si è. Vincenti o perdenti è la stessa cosa. Con lo Yoga si va aldilà del bravo e del non-bravo. Si scopre che nel profondo si è sempre vincenti, anche quando all'esterno sembriamo perdenti. E lo siamo perchè la sconfitta impariamo ad accettarla. La trascendiamo.

Volendo essere cinici, il timore di certe persone della "brutta figura", è un grosso sintomo di presunzione. Chi ti credi di essere tu, che non vuoi sentirti inferiore a nessuno ? Dove sta scritto che non devi essere un "ultimo" ? Sei sicuro che essere il "migliore" sia soddisfacente ?

E' inutile che mascheri la tua presunzione con la cautela. Ti ho scoperto. Hai un Ego ipertrofico che devi curare quanto prima, lo devi lasciar andare. Esso è il tuo limite.

Chi ha la fortuna di superare certe resistenze interiori e quindi inizia a praticare, scopre presto che si trattava di timori infondati. Specialmente nel Kundalini Yoga, non c'è alcuna ricerca della perfezione tecnica nella esecuzione degli esercizi. O almeno, non è richiesta per partecipare a delle lezioni di gruppo. Nel 99% dei casi, gli esercizi si eseguono ad occhi chiusi, quindi nessun compagno di pratica ti giudica. Sei solo tu e te stesso che ti confronti con le tecniche (mentre l'Insegnante controlla che non ci siano errori marchiani di esecuzione, tali da compromettere la tua salute e/o l'efficacia della tecnica stessa).

In genere, l'unica differenza tra un neofita ed un praticante di lunga data, è la capacità di resistenza nel tenere certe posizioni o eseguire certi esercizi di movimento. L'"anziano" è solo più allenato fisicamente ma anche lui, come te, deve sempre trovare il giusto equilibrio tra la pigrizia e l'eccessivo sforzo. E questo dilemma mette tutti sullo stesso piano; è in quel preciso istante che si pratica davvero lo Yoga.

Onkar Singh Roberto
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