Quando qualcuno muore, il Mantra "Akal"


Nella tradizione del Kundalini Yoga esiste una meditazione che riguarda il tema della morte: è la "Meditazione per inviare l'Anima a Dio". (Per acquistare online i Mantra del Kundalini Yoga clicca qui)


Il giorno dei Morti è il giorno per ricordare chi ha sfiorato la nostra vita; chi ci è stato caro, chi ha lasciato un segno in noi stessi.

Nella tradizione del Kundalini Yoga esiste una meditazione che riguarda il tema della morte: è la "Meditazione per inviare l'Anima a Dio". Ci si siede in posizione facile, con la spina dorsale dritta e il mento leggermente ritratto; le mani sono in Gyan Mudra. Gyan Mudra è quando il dito di Giove (l'indice) tocca il pollice. Gli occhi sono chiusi. Si ripete per almeno tre volte il mantra "Akal" (il cui significato è che non c'è la morte, soltanto la liberazione. Noi siamo "Immortali"), o per il tempo che si desidera (11 minuti è ottimo). Al termine si inspira e si trattiene il respiro per 10 secondi, poi si espira e ci si rilassa.

Si tratta di una meditazione per aiutare un'Anima a fondersi con Dio. Questa meditazione è un dono finale e bello da dare a qualcuno quando passa da questa vita a tutto ciò che sta oltre. E' anche un modo per aiutare a dire addio e a guarire il proprio cuore per la perdita di una persona cara. Cantare "Akal" aiuta l'Anima a sollevarsi dalla vibrazione della Terra e a permetterle di andare oltre.

Yogi Bhajan ha insegnato che l'Anima rimane nella vibrazione della Terra per 17 giorni dopo aver lasciato il corpo. Cantare ogni giorno "Akal" per quei 17 giorni è molto utile per lei. E' un mantra molto potente quando è vibrato in gruppo, specialmente se quel gruppo sta concentrando la sua energia verso una sola Anima.

Sarebbe ideale cantare "Akal" due volte al giorno per i primi 3 giorni, 2 ore e mezza prima del sorgere e del tramontare del Sole. Poi proseguire una volta al giorno per i rimanenti 14 giorni.

Fonte: Spirit Voyage; Traduzione e adattamento di Onkar Singh Roberto
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Divali, la Festa della Luce


Fra ottobre e novembre, nel mese lunare di Karttika, e precisamente nel quattordicesimo giorno di luna calante, cade un'altra festa molto popolare, specialmente apprezzata anche dai non hindu per l'atmosfera molto suggestiva che riesce a creare; il suo nome, dipavali o divali, che significa "fila di lucerne", allude alla luce come simbolo del bene e della sua vittoria sulle forze del male simboleggiate dalle tenebre.


Nella notte priva di luna si accendono in onore di Laksmi (sostituita, nel Bengala, da Kali) migliaia di lucerne, che si dispongono in lunghe file (avali) sulle terrazze, sui davanzali e davanti alle soglie delle case, oppure si affidano alla corrente dei fiumi; anche in questo caso la tradizione popolare ha sovrapposto al culto della dea il ricordo di un evento della storia di Rama: il suo ritorno alla propria capitale Ayodhya dopo l'esilio. "

La festa di Divali, festa delle luci, rappresenta la divina unione di Laksmi con il Dio Visnu. In questo periodo ogni luce, ogni lumino, ogni lampada viene accesa in onore della venuta di Laksmi sulla terra, come per rischiararle il cammino e rendere ogni casa, ogni villaggio, ogni capanna sparsa nella foresta accoglienti e pronti per la visita della Madre Divina portatrice di abbondanza e prosperità. Nel sud India, in questi giorni, di mattina molto presto, alle quattro, dopo il brahmamuhurta, gli indù si lavano, si cospargono il corpo di olio e indossano, così puliti e profumati, vestiti nuovi. I più fortunati fanno il bagno nel fiume Gange in segno di purificazione. E' diffusa anche l'usanza di scambiarsi abiti, sari e doti, dai vivaci colori; anche i datori di lavoro, in questi giorni, regalano vestiti ai propri dipendenti. Ognuno dimentica gli antichi rancori, tutti sono gentili e festosi e si abbracciano gioiosamente in segno di amicizia.

La vibrazione molto intensa che aleggia negli animi delle persone si sente nell'aria ed è così potente da cambiare, anche solo per qualche giorno, il cuore delle persone e avvicinarlo all'amore divino.

In questi giorni, soprattutto nel nord, i commercianti approfittano per iniziare nuovi libri contabili e pregano Laksmi per il successo e la prosperità della loro attività.

Le migliori illuminazioni si possono ammirare a Bombay, nel famoso tempio d'oro di Amristar, dove migliaia di lucine vengono accese sugli scalini della grande vasca del tempio. Tutti i maestosi templi del sud India, come Tanjore, Tiruvannamalai, Maturai, sono scintillanti di lampade di tutti i tipi.

Il sole, la luna, le stelle, tutte le luci del mondo non potranno mai uguagliare la luce della Conoscenza. Emergiamo dall'oscurità e dall'ignoranza e realizziamo, attraverso la meditazione, la luce eterna dell'anima.

tratto da www.hinduism.it
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